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25-09-2012/09:29:28 Visitato: 783
FORMAZIONE: Il Tar del Lazio ricorso dei medici in formazione l\'udienza il 20/11 la situazione attuale in Italia.

FORMAZIONE: Il Tar del Lazio ricorso dei medici in formazione l\'udienza il 20/11 la situazione attuale in Italia. (di Marco Nardelli) Attualmente in Italia ci sono circa 2400 Medici che, a seguito di regolare concorso pubblico regionale, frequentano il corso di formazione specifica in Medicina Generale. Il Corso è disciplinato in Italia dal Titolo IV del D. Lgs. 368/99 (art. 21-32), così come modificato dal D. Lgs. 277/03 (art. 9) e dal Decreto del Ministero della Salute 7 marzo 2006. L\'ammontare della borsa erogata è pari a circa 11.592 euro lordi annui, a cui sono quindi da sottrarre, applicata la dovuta detrazione, le ritenute e le addizionali IRPEF. Il regime fiscale è equiparato alla dipendenza, ne consegue il rilascio di una busta paga mensile e di un CUD annuale. Ne deriva un compenso netto medio che si può stimare intorno a 850 euro al mese. Si sottolinea che il Medico in Formazione svolge il corso a tempo pieno e pertanto sono del tutto incompatibili altre attività lavorative e quindi ulteriori fonti di reddito (sono permesse in deroga solo sostituzioni di altri medici di Medicina Generale, continuità assistenziale e guardia turistica limitatamente a situazioni di dichiarata carenza di titolari e senza alcuna graduatoria ufficiale in merito). Dal punto di vista previdenziale inoltre il regolamento ENPAM prevede che la borsa di studio sia dichiarata tra i redditi soggetti a quota B con ulteriore aggravio. Le polizze assicurative professionali sono interamente a carico del formando con tetti e condizioni stabiliti dalla Regione di appartenenza (spesso, come nel Lazio, condizioni che esulano da semplici coperture assicurative per Medici che vengono quotate a cifre che superano una mensilità del già misero stipendio del Medico in formazione). Le criticità discendenti da tale inquadramento sono sostanzialmente il fatto che l\'entità della borsa di studio è \"vergognosa\" rispetto a ogni retribuzione odierna in tutto il panorama sanitario. Da considerare anche che alcuni medici in formazione specifica sono spesso membri di un proprio nucleo familiare e lo sostengono economicamente. Si viene quindi a determinare una discriminante disparità di trattamento economico con colleghi in formazione specialistica universitaria ponendo il medico in formazione specifica nella \"serie B\" del panorama delle professioni sanitarie; il medico in formazione specifica in Medicina Generale si sentirà tale e verrà ritenuto tale dai colleghi. Il rischio è l\'inconsapevole sudditanza vissuta dal Medici di Medicina Generale nei confronti delle altre categorie di colleghi e pertanto un\'insufficiente consapevolezza della centralità del proprio ruolo. Ciò premesso un gruppo di Medici formandi della Regione Lazio ha avviato, grazie all\'ausilio dell\'Avvocato Pietro Marsili, le procedure legali atte a determinare le responsabilità Regionali e/o Ministeriali di questa grave discriminazione. Dopo una prima istanza nei confronti della Regione Lazio e del Ministero della Salute, che non ha ricevuto risposta nei termini legali, l\'Avvocato Marsili ha prodotto una diffida finale che parimenti non ha ricevuto risposta né dal Ministero né dalla Regione. A quel punto l\'Avvocato si è rivolto al Tar visto che le Amministrazioni, non avendo ancora emesso alcun provvedimento espresso, sono venute meno all\'obbligo di provvedere entro il termine stabilito dalla legge aprendo la strada al ricorso avverso il silenzio-inadempimento del diritto amministrativo. Il prossimo 20 Novembre è stata fissata l\'udienza. I giovani medici ormai possono solo sperare nella giustizia visto che il Ministero della Salute li ha di fatto abbandonati al loro futuro destino di Medici h24, per usare un termine attuale, ma con una retribuzione di 800 euro al mese e oneri aggiunti. In breve segue una descrizione sintetica delle basi giuridiche cui si basa il procedimento in questione: I presupposti appaiono lampanti considerando che la legge di riferimento per la Formazione in Medicina Generale è esattamente la stessa cui fanno riferimento le speciliatà universitarie (il D.lgs. del 17.8.1999, n. 368) ed infatti appare assolutamente evidente come l\'intento perseguito con la normativa vigente sia quello di reperire personale medico qualificato da collocare presso strutture Universitarie e/o Ospedaliere alle medesime condizioni didattiche, di ricerca, di formazione e di trattamento economico e che risulta palese e giusta l\'identità di posizione dei medici assunti presso le Università rispetto a quelli assunti presso altre strutture ospedaliere e sanitarie (entrambi Medici regolarmente abilitati). Attualmente SOLO ai formandi in Medicina Generale vengono detratte le ritenute e le addizionali IRPEF (gli specializzandi universitari sono esenti creando ulteriore discriminazione) che sono oneri che dovrebbero considerarsi non dovuti in quanto il presupposto dell\'imposta è da riferirsi ad attività autonomamente organizzata e non ad una borsa di studio di un percorso formativo di specializzazione o formazione specifica che dir si voglia. Dunque, come abbiamo già sottolineato precedentemente, il compenso medio percepito dei Medici in Formazione in Medicina Generale si può stimare intorno agli 850,00 euro mensili, vale a dire circa la metà di quanto corrisposto ad un medico specializzando presso una struttura universitaria, il quale, a fronte di un impegno orario e clinico analogo \"sulla carta\", percepisce mediamente più di 1.700,00 euro netti mensili. Pertanto il trattamento economico riconosciuto dalle Università si diversifica da quello convenuto dal Ministero della Salute e dall\'Ente Sanitario Regionale presso il quale i formandi in Medicina Generale frequentano il corso di formazione, pur dipendendo entrambi i corsi di formazione direttamente dal Ministero della Ricerca Scientifica e Tecnologica e dal Ministero della Salute e, come tali, finanziati in egual modo dal Fondo Sanitario Nazionale. Peraltro non è prevista dalla normativa vigente, qui assolutamente disapplicata, una disparità di trattamento a livello economico tra professionisti che svolgono, in virtù di identiche condizioni di formazione, medesime attività formative professionalizzanti (pratiche e di tirocinio) in strutture diverse (Università e Aziende Sanitarie della Regione) e che detta disparità di trattamento economico non si giustifica né con maggiori opportunità lavorative alla conclusione del Corso, il quale garantisce esclusivamente il conseguimento di un diploma di Formazione Specifica e la possibilità di iscriversi nelle Graduatorie Regionali di Settore e che, valutando il monte ore mensile, non esiste un carico di lavoro inferiore per i frequentanti del corso di formazione in medicina Generale rispetto ai medici specializzandi universitari la cui frequenza obbligatoria, peraltro, impegna i medici in formazione a tempo pieno precludendo loro la possibilità di svolgere altre attività professionali compatibili (art. 11 Decreto 7 marzo 2006 Ministero della Salute).

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