Summer School, Brunetta: \"La politica è fare e portare a termine i progetti\" La politica è fare. E concludere, cioè portare risultati e garantire l’efficacia di ciò che si realizza nell’interesse dei cittadini. E’ il concetto chiave al quale ruota la conversazione del ministro della Pubblica Istruzione Renato Brunetta con i ragazzi della Summer School di Frascati, moderata dal docente universitario Fabio Cintioli. Più che una lezione, il racconto di due anni e mezzo di lavoro per dare gambe a quella “rivoluzione” inserita tra i punti del programma elettorale del Pdl alla voce “modernizzazione”, che sta cambiando pelle al settore della pubblica amministrazione, nonostante le resistenze e i paletti che associazioni, ordini professionali e sindacati tentano di mettere sulla strada già tracciata. Ma lui, Renato Brunetta, tira dritto convinto com’è che alla fine del percorso, gli standard di efficienza del settore pubblico faranno guadagnare all’Italia molti posti nella graduatoria dei paesi più industrializzati, la stessa dove attualmente figura nelle retrovie. Brunetta cita alcuni snodi fondamentali dell’azione che sta portando avanti. Comincia dal certificato medico elettronico, quello che una volta a regime – e lo sarà dal prossimo 16 settembre – consentirà ai cittadini che lavorano di non dover più spedire due raccomandate (all’Inps e al datore di lavoro) in caso di malattia. Il tutto non solo implica il disagio ai cittadini, ma allo Stato costa tantissimo. Dal 16 settembre tutto cambia. Il certificato medico elettronico sarà obbligatorio e la segnalazione all’istituto di previdenza e al datore di lavoro sarà compito del medico direttamente dal suo pc. Brunetta ragiona coi dati alla mano: la stima annuale è di 50 milioni di eventi che danno origine a 100 milioni di raccomandate che occupano 500 persone all’Inps per archiviare montagne di carta. Il cambio di rotta, invece, consentirà un risparmio complessivo di 500 milioni di euro, soldi che restano nelle casse dello Stato e che possono essere destinati ad altri settori. Ma la strada verso l’obiettivo è stata piena di ostacoli. “Se ne discute da sei anni del certificato medico on line – spiega il ministro – ma nonostante vi fosse la legge la sua applicazione era ancora lettera morta”. Un percorso che Brunetta ha riaperto ingaggiando un confronto serrato con le parti in causa, subendo “gli attacchi, le accuse, del sindacato dei medici nel caso specifico che ha sempre chiesto proroghe e rinvii, col solo obiettivo di chiedere più soldi”. E di fronte all’empasse, Brunetta racconta di aver chiamato personalmente tutti i governatori delle regioni italiane e fatto contattare tutti i manager delle Asl per far partire la macchina. Addirittura è stato necessario mettere in piedi una commissione per il collaudo che nonostante le verifiche, alla fine è rimasta impigliata nelle maglie delle resistenze “di chi evidentemente non ha alcun interesse a che il sistema funzioni e sia efficiente, nell’interesse dei cittadini”. Ma “il 15 settembre chiudo il collaudo definitivamente, il giorno dopo partiranno i certificati medici on line e chi non rispetta la norma andrà in contro a sanzioni (per le Asl e decadenza della convenzione con il servizio sanitario pubblico stipulata dai medici di base)”. Altro capitolo sul quale il ministro Brunetta ha dovuto battere i pugni sul tavolo è il via libera alla posta elettronica certificata (Pec). “Anche qui la legge esisteva da 5 anni e mezzo, ho cercato di capire a che punto era e ho scoperto che come dicono a Roma era al ‘carissimo amico’. Pure qui resistenze, accuse, insulti di tutti i tipi. Sto conducendo una battaglia per avviarla in tutti gli uffici pubblici a cominciare da quelli del mio ministero. Pensate l’importanza di questo strumenti per i cittadini, per gli enti e per i professionisti. Pensate ad esempio – spiega Brunetta rispondendo alle domande dei ragazzi – quale innovazione può rappresentare nel settore della giustizia, diventando lo strumento di interlocuzione immediata con i tribunali”.